La riserva aurea italiana: Cos’è, dove si trova e quanto vale nel 2025

di: Alessio Moretti 3 Novembre 2024 14:23

La riserva aurea italiana

Molto spesso abbiamo sentito parlare della riserva aurea italiana, senza tuttavia conoscere realmente quali sono le risorse a disposizione o le modalità secondo le quali viene custodita ed utilizzata. Di seguito cercheremo di spiegare cos’è la riserva aurea italiana, il suo valore, dov’è custodita e a cosa serve.

Cos’è la riserva aurea italiana

La riserva aurea italiana è la quantità di oro che la Banca d’italia detiene nei propri caveau, sia come garanzia per la moneta in circolazione e sia come sicurezza per eventi futuri e imprevisti.

Le riserve auree dei vari paesi sono nate in passato per sostenere il vecchio sistema monetario,  denominato sistema gold standard o sistema aureo.

Attraverso tale sistema il valore della moneta era legato ad una quantità fissata in oro; secondo tale metodologia chiunque poteva cioè convertire le proprie banconote in oro e viceversa.

La maggior parte delle riserve auree italiane sono state accumulate tra la fine degli anni ’50 ed i ’60, a seguito degli accordi di Bretton Woods e sono composte da 95.493 lingotti e 871.000 monete d’oro.

Quanto vale la riserva aurea italiana?

Secondo l’ultima relazione di Banca d’Italia, avvenuta a Marzo 2024, le riserve auree italiane ammontano a 2.451,8 tonnellate di oro, che al cambio odierno (circa 2.516,45 € all’oncia) equivalgono a poco più di 199,8 miliardi di euro. Questa stima si basa sulle fluttuazioni del mercato, può variare in base al cambio Euro-Dollaro e alla volatilità del prezzo dell’oro​.

Bankitalia è il quarto detentore di riserve auree al mondo, dopo la Federal Reserve (Usa, 8.133,5 tonnellate), la Bundesbank (Germania, 3.378,2 tonnellate) e il Fondo monetario internazionale (2.814 tonnellate); nella classifica per stati l’Italia si colloca invece al terzo posto.

Dove si trova la riserva aurea italiana?

L’oro italiano è conservato per la maggior parte (1.195 tonnellate) nei caveau della sede della Banca d’Italia a Roma, precisamente a Palazzo Koch.

I rimanenti lingotti sono invece conservati nelle banche di: Basilea (Banca per i regolamenti internazionali), Londra (Bank of England) e New York (Federal Reserve).

Perché Bankitalia conserva riserve auree in altri paesi?

Una prima ragione risiede nel fatto di voler diversificare innanzitutto i rischi legati a possibili furti; una seconda ragione è legata a motivi logistici e di sicurezza, poiché tali riserve (derivanti da coperture di prestiti o pagamenti di danni di guerra) non sono mai state spostate per ragioni di sicurezza.

Qual’è la differenza tra riserva aurea e riserva monetaria?

La riserva monetaria è l’insieme delle attività in valuta estera detenute da una Banca Centrale. Include principalmente valute estere (come il dollaro statunitense, euro, yen, etc.), titoli di Stato stranieri e diritti speciali di prelievo (DSP) del Fondo Monetario Internazionale.

Domande frequenti:

A cosa serve la riserva aurea italiana

Dal momento che le attuali banconote non sono più convertibili in oro, come in passato, le riserve auree acquisiscono oggi un valore simbolico, di stabilità del sistema finanziario italiano e di sicurezza.

Dalle riserve auree dipende infatti la capacità dell’Italia di fornire garanzie ai propri partner commerciali e alla BCE qualora ve ne sia la necessità.

È possibile smobilizzare le riserve auree italiane per coprire il debito pubblico?

Ultimamente è stata spesso ventilata l’ipotesi di procedere al risanamento del debito pubblico attraverso la vendita dell’oro contenuto nei caveau di Bankitalia.

(Leggi il nostro approfondimento per seguire le quotazioni dell’oro in tempo reale)

Vediamo di seguito il perchè questa strada sia da un lato poco percorribile e dall’altro porti comunque ad un risultato poco soddisfacente.

In primo luogo, essendo le riserve auree italiane quantitativamente consistenti, esiste il pericolo di un crollo dei prezzi del prezioso metallo in caso di vendita massiccia; in tale situazione verrebbero così messe in difficoltà anche le economie dei restanti paesi.

È quello che accadde nel 1999, quando la Banca d’Inghilterra cercò di vendere buona parte del proprio oro, con il conseguente crollo dei prezzi; da allora le Banche Centrali hanno siglato un accordo al fine di mantenere intatte le proprie riserve.

In secondo luogo c’è da sottolineare come la riserva aurea italiana, qualora smobilitata, riuscirebbe a coprire meno del 5% del disavanzo pubblico, risultando quindi di fatto una mossa priva di significato.

 

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    Informazioni sull'autore: Alessio Moretti

    Autore Articolo: Alessio Moretti
    Laureato in Economia e Management ed esperto in contenuti finanziari e marketing digitale. Dal 2016 si dedica al mondo degli investimenti e dal 2018 collabora con TradingFacile come seo strategist e quantic Trader. IN BREVE: - Dal 2016 entra nel mondo del trading diventando programmatore di strategie automatiche; - Dal 2018 si dedica al marketing digitale e scrive di economia e finanza; STUDI: Laurea in economia e management

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