Il prezzo del petrolio scambia in leggero ribasso questa mattina, con il future sul greggio WTI con consegna a gennaio che si muove in area 71 dollari al barili.
A livello macroeconomico l’attenzione degli investitori rimane sull’offerta mondiale di greggio.
Domenica la Russia ha comunicato che intensificherà i tagli alle esportazioni di circa 50.000 barili al giorno.
Preoccupazioni sulle forniture di greggio arrivano anche dal medio oriente, poiché gli attacchi alle navi mercantili da parte dei militanti Houthi nello Yemen, nella regione del Mar Rosso, hanno costretto molte petroliere ad evitare il Canale di Suez, che è una delle rotte marittime più importanti del mondo.
Analisi tecnica future WTI
Ci avviciniamo alla fine dell’anno ed è già tempo di bilanci.
Negli ultimi 3 mesi il greggio WTI ha vissuto una situazione piuttosto difficile, perdendo attualmente circa il 20%.
Il saldo annuale non è però così drastico, poiché a inizio gennaio il petrolio veniva scambiato intorno i 75 dollari al barile.
Nelle ultime sedute il WTI ha recuperato leggermente terreno e la scorsa settimana si è chiusa con un prezzo di 71.78 dollari barile.
Attualmente il mercato sta testando un’area resistiva particolarmente significativa a livello tecnico e volumetrico, rappresentata da quota 71.5 dollari.
Complice la scadenza tecnica del contratto future gennaio prevista per domani 19 dicembre, siamo dell’idea che oggi il mercato si mostrerà ancora debole e ci sarà spazio per un affondo che potrebbe estendersi fino a 69.50, dove troviamo un supporto tecnico e volumetrico rilevante.
In caso di test di tale livello a partire da domani valuteremo invece una nuova inversione di scenario, con il mercato che di contro potrebbe essere protagonista di un fine anno all’insegna dei rialzi.
Se dopo la scadenza tecnica dovessimo assistere ad una salita sopra quota 71.70 allora potremmo aspettarci una continuazione dei rialzi fino a 72.50, dove troviamo un’altra area di resistenza significativa; un eventuale breakout sopra tale livello implicherebbe invece possibilità di recupero più ampie da qui a fine anno e segnaliamo a tal proposito il primo target fissato a 75.50 dollari ed in estensione 76.40 dollari.
Segnaliamo infine quota 77.5 dollari, dove passa la media mobile a 200 periodi e che rappresenta quindi un importante punto di snodo in caso di ripresa del rally.
Nel contesto attuale i falsi breakout di quota 72.5 dollari potranno essere sfruttati per ingressi short intraday con target a 70 ed in estensione a 68 dollari.
Ricordiamo che il quadro tecnico di lungo periodo su questo asset è debole e che una close giornaliera sotto i 68.40 dollari genererebbe un nuovo movimento direzionale al ribasso associato al probabile retest dei 62 dollari.
Nello scenario attuale un’inversione rialzista del trend primario si avrebbe solo in caso di riconquista degli 87 dollari al barile.
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Informazioni sull'autore: Filippo Giannini
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