Titoli di Stato USA:
I rendimenti dei Treasury USA a 10 anni sono scesi di -1,3 punti base, attestandosi al 4,634%. Questo calo è stato influenzato da dati economici più deboli del previsto riguardanti la fiducia dei consumatori e l’attività imprenditoriale negli Stati Uniti, rafforzando le aspettative di un possibile taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed nel corso dell’anno.
Durante la giornata di venerdì, il rendimento del Treasury a 30 anni è diminuito di -2,6 punti base, chiudendo a 4,843%, con una riduzione settimanale complessiva di -1,1 punti base. Nonostante questa flessione, diversi fattori continuano a mantenere elevati i rendimenti, tra cui l’economia statunitense ancora solida, un’inflazione potenzialmente superiore alle stime e l’incertezza sulle politiche economiche, soprattutto in relazione ai dazi commerciali.
Nel corso della sessione, i rendimenti hanno subito una flessione più marcata dopo che l’indice PMI composito flash di S&P Global ha registrato un calo a 52,4 a gennaio, il livello più basso da aprile, rispetto al 55,4 di dicembre. A ciò si è aggiunto un peggioramento della fiducia dei consumatori: l’indice finale dell’Università del Michigan per gennaio è sceso a 71,1, rispetto alla stima preliminare di 73,2.
Queste dinamiche hanno portato i mercati dei futures a prezzare circa 42 punti base di tagli dei tassi entro il 2025, rispetto ai 39 punti base stimati il giorno precedente. La probabilità di un primo taglio già durante la riunione FOMC di giugno è ora al 71%. Di conseguenza, il rendimento dei Treasury a 2 anni, altamente sensibile alle politiche della Fed, è calato di -2,8 punti base, chiudendo a 4,257%.
Titoli di Stato dell’Eurozona:
I rendimenti obbligazionari europei sono aumentati venerdì in seguito alla pubblicazione dei dati PMI, che hanno indicato un lieve ritorno alla crescita economica nell’eurozona. L’indice PMI è salito sopra la soglia di 50, spingendo gli investitori a ridimensionare le aspettative di un marcato ciclo di allentamento monetario da parte della BCE.
In Germania, il rendimento del Bund a 10 anni è salito inizialmente al 2,569% per poi stabilizzarsi a 2,577%, con un incremento giornaliero di +2,6 punti base e un guadagno settimanale di +4,6 punti base. Il rendimento del Bund a 2 anni, più influenzato dalle aspettative sui tassi BCE, è aumentato di +5,2 punti base, raggiungendo il 2,287%, con un rialzo settimanale complessivo di +6,6 punti base.
Tuttavia, la crescita in Germania rimane fragile. Il governo ha recentemente rivisto al ribasso la proiezione di crescita economica per il 2025, portandola allo 0,3% dal precedente 1,1%, come riportato da Handelsblatt.
In Francia, il settore dei servizi ha continuato a contrarsi a gennaio a causa della debole domanda e delle incertezze politiche, in contrasto con la Germania, che è uscita da un periodo di sei mesi di contrazione economica.
In Italia, il rendimento del BTP a 10 anni è aumentato di +2,3 punti base, raggiungendo il 3,662%. Questo ha portato il differenziale tra i rendimenti italiani e tedeschi a restringersi leggermente, attestandosi a 108,5 punti base, rispetto ai 104,5 punti base di dicembre, quando aveva toccato i minimi dall’ottobre 2021.
Prospettive e Impatti sui Mercati:
I mercati monetari ora prevedono che il tasso sui depositi della BCE si attesti intorno al 2,1% entro la fine del 2025, leggermente superiore rispetto alla stima precedente di 2,05%. Contestualmente, il differenziale tra i rendimenti francesi e tedeschi a 10 anni si è ridotto di -1,3 punti base, raggiungendo i 73,1 punti base.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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