Le tensioni commerciali e geopolitiche non aiutano oro e petrolio

di: Alessio Moretti 3 Marzo 2025 11:58

oro e petrolio

I mercati delle materie prime hanno chiuso la settimana con una performance mista, influenzata da vari fattori macroeconomici globali, tra cui la politica monetaria statunitense e le tensioni commerciali internazionali.

Movimenti Settimanali e Mensili

L’oro ha registrato un calo settimanale del -2,64%, il più significativo da novembre, nonostante un guadagno mensile del +2,06%. La pressione ribassista è stata attribuita al rafforzamento del dollaro statunitense, che ha raggiunto i massimi di due settimane a seguito della pubblicazione dei dati sull’inflazione USA, in linea con le aspettative. Questo ha rafforzato l’ipotesi che la Federal Reserve possa adottare un approccio più cauto sui futuri tagli dei tassi di interesse.

Anche il mercato del petrolio ha mostrato segni di debolezza, chiudendo il mese con la prima perdita da novembre. Il Brent ha perso -1,08% e il WTI -0,31% nella giornata di venerdì, mentre su base mensile entrambi i benchmark hanno registrato cali rispettivamente di -4,81% e -5,23%. La volatilità è stata amplificata dall’incertezza relativa alle nuove politiche energetiche annunciate dall’amministrazione statunitense.

Implicazioni delle Politiche Commerciali USA

Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che a partire dal 4 marzo verranno applicate tariffe del 25% su alcune merci provenienti da Messico e Canada, insieme a un ulteriore 10% sulle importazioni cinesi. Gli analisti prevedono che queste misure possano rallentare la crescita economica globale, aumentare l’inflazione e ridurre la domanda di greggio nel medio termine.

Ripresa delle Esportazioni di Petrolio dal Kurdistan

Nel settore energetico, il governo iracheno ha annunciato l’intenzione di riprendere le esportazioni di petrolio dalla regione semi-autonoma del Kurdistan attraverso l’oleodotto Iraq-Turchia. La compagnia petrolifera statale SOMO prevede di esportare 185.000 barili al giorno, con piani per un aumento graduale. Tuttavia, otto compagnie petrolifere internazionali operanti nella regione hanno dichiarato di non essere pronte a riprendere le esportazioni a causa di incertezze sui contratti commerciali e sulle garanzie di pagamento.

Questa ripresa solleva interrogativi sul rispetto degli impegni dell’Iraq all’interno dell’OPEC+, dato il suo storico superamento delle quote produttive concordate.

Posizioni degli Investitori e Produzione USA

Secondo i dati della Commodity Futures Trading Commission (CFTC), i gestori di fondi hanno ridotto le loro posizioni nette lunghe sui futures del petrolio, con un calo di 33.003 contratti nella settimana terminata il 25 febbraio, portando la loro posizione netta complessiva a 39.308 contratti.

Sul fronte della produzione, il numero di impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti è aumentato per la quinta settimana consecutiva, segnando un trend rialzista non osservato da maggio 2022. Tuttavia, il numero complessivo di impianti rimane inferiore del 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Dati chiave sulle trivellazioni:

  • Piattaforme petrolifere: -2 a 486 unità.
  • Piattaforme di gas: +3 a 102 unità.
  • Aumento mensile complessivo: +11 impianti, il più significativo da novembre 2022.

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    Informazioni sull'autore: Alessio Moretti

    Autore Articolo: Alessio Moretti
    Laureato in Economia e Management ed esperto in contenuti finanziari e marketing digitale. Dal 2016 si dedica al mondo degli investimenti e dal 2018 collabora con TradingFacile come seo strategist e quantic Trader. IN BREVE: - Dal 2016 entra nel mondo del trading diventando programmatore di strategie automatiche; - Dal 2018 si dedica al marketing digitale e scrive di economia e finanza; STUDI: Laurea in economia e management

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