Un nuovo e deciso peggioramento delle tensioni commerciali globali ha travolto Wall Street venerdì scorso, con un’ondata di vendite che ha spinto il Nasdaq Composite in “bear market” – una fase ribassista definita da un calo del 20% rispetto ai suoi massimi recenti.
Le perdite sono state diffuse e significative: l’S&P 500 ha lasciato sul campo il 6%, il Nasdaq ha perso il 5,8%, mentre il Dow Jones Industrial Average è crollato di ben 2.231 punti.
Il ribasso ha coinvolto praticamente tutto il mercato. All’interno dello S&P 500, soltanto 14 titoli hanno registrato guadagni, mentre ben 28 azioni hanno subito perdite pari o superiori al 10%. Secondo i dati di Dow Jones Market Data, la capitalizzazione complessiva andata in fumo in appena due sedute ha raggiunto l’incredibile cifra di 6.600 miliardi di dollari – un record assoluto che supera anche il precedente crollo di 4.400 miliardi avvenuto durante il panico da COVID-19 del marzo 2020.
Tensioni USA-Cina: nuovi dazi e rischi per l’economia globale
Gli investitori sembrano ormai consapevoli delle gravi ripercussioni economiche che l’attuale conflitto commerciale potrebbe causare. I dazi annunciati mercoledì scorso si sono rivelati molto più estesi e aggressivi rispetto alle previsioni. Venerdì la Cina ha risposto imponendo tariffe del 34% sui beni statunitensi, che entreranno in vigore dal 10 aprile – un giorno dopo l’entrata in vigore delle misure statunitensi. Questo botta e risposta potrebbe accentuare le difficoltà economiche, colpendo il potere d’acquisto dei consumatori e ostacolando la crescita a livello globale.
In questo contesto, gli operatori di mercato si preparano a ulteriori turbolenze, uno scenario che non promette nulla di buono per gli utili aziendali – la linfa vitale dei mercati azionari. Il Presidente Donald Trump, intervenuto su Truth Social domenica sera, ha dichiarato:
“Abbiamo enormi disavanzi finanziari con la Cina, l’Unione Europea e molti altri. L’unico modo per risolvere il problema sono i DAZI, che stanno già portando decine di miliardi nelle casse degli Stati Uniti. Sono già in vigore, ed è uno spettacolo magnifico.”
La portata del sell-off è stata impressionante: le cosiddette “Magnifiche 7” – i colossi tecnologici americani – hanno perso complessivamente 1.550 miliardi di dollari in valore di mercato solo la scorsa settimana. Apple da sola ha visto svanire oltre 443 miliardi di capitalizzazione.
Il Nasdaq affonda, il Dow Jones entra in correzione
Dopo le contrattazioni di venerdì, anche il Dow Jones è entrato ufficialmente in “correction”, ovvero una discesa del 10% rispetto ai massimi recenti, attestandosi ora a -14,9%. Il Nasdaq Composite, invece, ha ormai sforato il limite del 20%, in calo del 22,7%. Giovedì e venerdì l’indice tech ha registrato perdite superiori al 5% in due giornate consecutive, un evento estremamente raro, osservato solo altre quattro volte nella sua storia – l’ultima nel lontano 2008.
Settori più colpiti dell’ S&P 500
I settori più colpiti all’interno dello S&P 500 sono stati l’Energia, la Tecnologia e la Finanza, con cali settimanali rispettivamente del 15,6%, 12,8% e 12%.
Anche il comparto dei social media ha subito pesanti contraccolpi, essendo fortemente dipendente dalla pubblicità: le azioni di Meta Platforms, Pinterest e Reddit sono ulteriormente scese.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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