L’inflazione Usa spingerà il prezzo del greggio?

Il mese di maggio è iniziato poco mosso per il mercato petrolifero i cui prezzi oscillano fra gli 80 ed i 77 dollari al barile (future WTI).

La seduta di ieri si è chiusa con un sostanziale ribasso a 78.43 dollari.

Il dato sull’inflazione Usa, in uscita questo pomeriggio, potrebbe riportare vitalità su questo mercato.

Gli investitori si aspettano che un’inflazione in diminuzione possa sostenere il prezzo del greggio, poiché significherebbe prospettive economiche più favorevoli.

La situazione tecnica comunque è ancora debole.

Nell’ultima analisi risalente al 3 maggio scorso avevamo scritto che le probabilità propendevano per una continuazione della debolezza e che non era da escludere un test almeno dei 78.20 dollari. In caso di chiusura sotto tale livello avremmo poi dovuto aspettarci un test dei 77 dollari.

La nostra view è stata pienamente rispettata, con i 77 dollari che sono stati toccati mercoledì scorso e dove da qui poi il mercato è rimbalzato cercando di consolidare con difficoltà sopra i 78 dollari.

In tale scenario solo un ritorno sopra gli 80 dollari farebbe migliorare la view di breve periodo, che potrebbe poi portare ad un allungo fino a quota 82 dollari, dove poi ci aspettiamo delle prese di beneficio almeno in un primo momento.

Nel caso dovessimo assistere ad una close giornaliera sotto i 77 dollari la situazione sul future WTI si indebolirebbe ulteriormente e avallerebbe l’idea di vendere il mercato sulla debolezza con primo target a 76 dollari.