L’euro continua a rafforzarsi, sostenuto dai piani di riforma del debito in Germania e dalle speranze di progressi verso un cessate il fuoco in Ucraina.
La moneta unica è salita dello 0,4% contro il dollaro statunitense, raggiungendo quota 1,0924$. Anche la sterlina britannica ha guadagnato terreno, avanzando dello 0,5% a 1,2992$, avvicinandosi così alla soglia psicologica di 1,30$, grazie a un miglioramento del sentiment degli investitori.
Il dollaro USA, invece, ha subito una nuova battuta d’arresto: l’indice del dollaro è sceso dello 0,3% a 103,40. Tra i fattori alla base di questa debolezza troviamo vendite al dettaglio inferiori alle aspettative, una revisione al ribasso del -1,2% per gennaio e il calo dell’indice NAHB del settore immobiliare a marzo. Anche il rapporto intermedio dell’OCSE, che ha ridimensionato le prospettive di crescita degli Stati Uniti per quest’anno e il prossimo, ha contribuito a questo trend negativo.
Yen giù nonostante le dichiarazioni della BoJ
Lo yen giapponese ha perso lo 0,4%, scendendo a 149,17¥. Questo calo è avvenuto nonostante le dichiarazioni della Banca del Giappone (BoJ), che ha segnalato la possibilità di ulteriori strette monetarie.
La scorsa settimana, il governatore Kazuo Ueda ha espresso fiducia nell’aumento dei salari come motore della ripresa dei consumi, pur riconoscendo le incertezze legate all’economia globale. Tuttavia, secondo Reuters, il Giappone sta risentendo di costi di finanziamento più elevati, della volatilità dei mercati internazionali e delle incertezze dovute alle tensioni tariffarie. L’indice delle sorprese economiche è infatti sceso al livello più basso da gennaio.
Per il momento, la BoJ non sembra intenzionata ad alzare i tassi di interesse nell’immediato. I mercati monetari scommettono su un possibile rialzo di 25 punti base tra giugno e luglio.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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