Nuovo crollo del Petrolio, ora attenzione ai supporti chiave

Nonostante la guerra in medio oriente sia arrivata al giorno 388, con l’attacco nel fine settimana di Israele sull’Iran, i prezzi del petrolio crollano inesorabilmente.

Il future sul greggio WTI scambia al momento della scrittura pericolosamente al di sotto dei 69 dollari al barile, con un calo che nel corso della giornata ha toccato il -6%. Se la giornata si chiudesse così sarebbe la peggiore da luglio 2022.

La scelta di Israele di non prendere di mira le infrastrutture nucleari o petrolifere dell’Iran, combinata con una risposta moderata da parte di Teheran, hanno attenuando i timori di interruzioni dell’approvvigionamento, cancellando il così detto premio geopolitico.

Oltre a questo si aggiungo i dati deludenti arrivati dalla Cina, i quali hanno mostrato che i profitti industriali nel mese di settembre sono scesi del 27%.

Le prospettive di una ripresa della domanda globale di greggio si affievoliscono pertanto sempre di più.

L’OPEC+ ha già posticipato l’aumento della produzione inizialmente previsto per ottobre, riprogrammandolo per dicembre per evitare di mettere ulteriore pressione ai prezzi.

Analisi future WTI – 28 ottobre

Il future sul greggio WTI con consegna a dicembre 2024, sta scambiando in questo lunedì 28 ottobre pericolosamente al di sotto del supporto a 69 dollari, con le quotazioni che hanno toccato un minimo intraday a 67 dollari.

Se la violazione dei 69 dollari dovesse essere confermata in chiusura giornaliera, sarebbe poi lecito aspettarsi una continuazione della debolezza anche nelle prossime sedute e ad un aggiornamento dei minimi annuali, soprattutto nel caso dovessimo assistere ad una violazione dei 67 dollari.

Un recupero dei 69 dollari sarebbe invece da considerare come segnale positivo per le prossime sedute.

Tuttavia, la situazione tecnica migliorerebbe solo in caso di recupero della resistenza a 77 dollari, dove attualmente passa anche la media mobile a 200 periodi.