L’oro resta ancorato ai massimi, si punta ai 3.000 dollari
di: Filippo Giannini 25 Febbraio 2025 11:13
Le quotazioni dell’oro si mantengono vicine ai massimi storici, spinte dalle crescenti aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve già a luglio e dalla domanda di beni rifugio, alimentata dalle recenti misure commerciali adottate dagli Stati Uniti contro la Cina.
I mercati dei derivati ora scontano un taglio dei tassi da parte della Fed con due mesi di anticipo rispetto alle previsioni della scorsa settimana, segnalando un aumento delle preoccupazioni sulla tenuta dell’economia statunitense.
Nel frattempo, i dati diffusi dal World Gold Council mostrano un ritorno massiccio degli investitori nei fondi ETF ancorati all’oro fisico. La scorsa settimana, questi strumenti hanno registrato il maggiore afflusso settimanale dal marzo 2022, con un incremento di 52,4 tonnellate, per un valore complessivo di 5 miliardi di dollari.
Le riserve totali degli ETF sull’oro sono salite dell’1,6%, raggiungendo le 3.326,3 tonnellate, il livello più alto dall’agosto 2023.
A guidare questa impennata sono stati soprattutto i fondi quotati negli Stati Uniti, che hanno attratto 48,7 tonnellate di afflussi in una sola settimana, in netto contrasto con il deflusso di 6,3 tonnellate registrato a gennaio.
Analisi future oro 25 febbraio
Nonostante le ultime sedute contrastate, il Gold future è riuscito a consolidare sopra i 2.950 dollari. La seduta di lunedì si è chiusa in rialzo a 2.968 dollari l’oncia.
Sul grafico a time frame giornaliero possiamo notare come il rally dell’ultimo periodo stia ora trovando resistenza a 2.975 punti, dove al momento è presente resistenza sia dal punto di vista grafico che della liquidità attualmente presente su tale livello.
Se il prezzo riuscisse a superare con decisione 2.975 dollari, potrebbe aprirsi la strada verso 3.000 dollari. Un ulteriore slancio rialzista potrebbe poi spingere le quotazioni fino alla soglia psicologica dei 3.050 dollari.
Sul fronte ribassista, il primo supporto si trova intorno ai 2.930 dollari, coincidente con una trendline rialzista. Se il prezzo dovesse scendere sotto questa soglia, il prossimo supporto chiave si troverebbe a 2.905 dollari.
Il supporto principale però è fissato a 2.885 dollari. Una rottura al di sotto di questo livello dovrebbe innescare una discesa più marcata, con primo target attorno ai 2.845 dollari.
Informazioni sull'autore: Filippo Giannini
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