I prezzi del petrolio sono rimasti pressoché invariati martedì, in un contesto in cui i mercati energetici continuano a fare i conti con l’incertezza legata alla politica commerciale statunitense.
Le dichiarazioni altalenanti dell’amministrazione USA in materia di dazi, unite ai timori di un’escalation nella guerra commerciale con la Cina, stanno alimentando preoccupazioni circa il rallentamento della crescita economica globale, con conseguenze dirette sulla domanda di greggio.
Prezzi poco mossi, ma tensioni crescenti
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Il Brent ha chiuso con una variazione marginale di -0,03%, a 64,89 dollari al barile.
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Il WTI (West Texas Intermediate) ha segnato un lieve calo dello 0,05%, chiudendo a 61,53 dollari al barile.
L’instabilità della politica commerciale statunitense ha aumentato la volatilità nei mercati petroliferi, spingendo sia l’OPEC che l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) a rivedere al ribasso le previsioni sulla domanda globale per i prossimi anni.
IEA: crescita della domanda ai minimi dal 2019
Secondo l’ultimo aggiornamento dell’IEA, la crescita della domanda globale di petrolio nel 2025 sarà la più debole degli ultimi cinque anni, escludendo il periodo pandemico. Le nuove stime indicano un aumento di appena 730.000 barili al giorno (bpd) — una revisione al ribasso di 300.000 bpd rispetto alla previsione precedente.
Il rallentamento è attribuito in gran parte all’impatto economico dei dazi USA e delle contromisure cinesi, che stanno contribuendo a deteriorare le prospettive macroeconomiche globali. Per il 2026, l’agenzia prevede un’ulteriore frenata, con una crescita della domanda di soli 690.000 bpd.
Queste previsioni negative arrivano nonostante un primo trimestre 2025 robusto, che ha visto il maggiore incremento su base annua dal 2023.
Produzione USA: picco nel 2027, poi declino
Nonostante la politica espansiva degli USA in materia di produzione (“drill, baby, drill”), l’Energy Information Administration (EIA) prevede che la produzione petrolifera americana raggiungerà il picco nel 2027, a quota 14 milioni di barili al giorno, per poi stabilizzarsi fino alla fine del decennio e infine avviare una fase di graduale declino.
Offerta globale in crescita, ma previsioni riviste
Sul fronte dell’offerta, la produzione globale ha raggiunto i 103,6 milioni di barili al giorno nel mese di marzo, trainata principalmente dai paesi non appartenenti all’OPEC+.
Tuttavia, anche le stime sulla crescita dell’offerta sono state corrette al ribasso: l’IEA prevede ora un aumento della produzione globale di 1,2 milioni di bpd nel 2025, ovvero 260.000 bpd in meno rispetto alla previsione precedente, a causa del calo della produzione attesa in USA e Venezuela.
Nel 2026, la crescita dell’offerta è prevista in ripresa, a 960.000 bpd, favorita da nuovi progetti offshore in fase di sviluppo.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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