Petrolio in ripresa dopo il taglio delle tariffe sul greggio canadese

I prezzi del petrolio hanno registrato un aumento negli scambi after-market di venerdì, dopo la decisione del Presidente degli Stati Uniti di ridurre i dazi sul petrolio canadese dal 25% al 10%. Inoltre, il rinvio delle nuove tariffe su petrolio e gas al 18 febbraio ha attenuato i timori di una loro immediata applicazione.

Il WTI ha guadagnato 0,72 dollari (+0,99%), chiudendo a 73,81 dollari al barile, con un incremento settimanale dello 0,90%. Al contrario, il Brent è sceso di 0,28 dollari (-0,36%), fermandosi a 76,77 dollari al barile e chiudendo la seconda settimana consecutiva in calo (-0,44%).

Rimane alta l’attenzione sulle possibili contromisure da parte del Canada e su eventuali reazioni dal Messico, mentre il rischio di un’ulteriore escalation tariffaria a livello globale continua a preoccupare i mercati.

Il petrolio canadese è una risorsa chiave per molte raffinerie nel Midwest degli Stati Uniti e una riduzione dell’offerta potrebbe far salire i prezzi dei carburanti. L’introduzione delle tariffe potrebbe inoltre costringere le raffinerie americane a ridurre la produzione.

Focus sull’incontro OPEC+: pressioni da Washington

Gli occhi del mercato sono puntati sulla riunione dell’OPEC+ in programma oggi. Il Presidente degli Stati Uniti ha sollecitato l’organizzazione, e in particolare l’Arabia Saudita, a ridurre i prezzi del petrolio. Tuttavia, gli analisti ritengono improbabile che l’OPEC+ si discosti dal suo piano di aumento graduale della produzione.

Nel frattempo, i dati pubblicati dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) mostrano che gli investitori istituzionali hanno ridotto le loro posizioni lunghe nette nei futures e nelle opzioni sul petrolio statunitense. Nella settimana conclusa il 28 gennaio, le posizioni nette lunghe sono diminuite di 58.347 contratti, attestandosi a 178.008 tra New York e Londra.