Il punto sui mercati finanziari – Venerdì 20 dicembre

di: Alessio Moretti 20 Dicembre 2024 10:40

mercati finanziari analisi

Indici di Borsa USA

Dow Jones Industrial Average: +0,04%.
Nasdaq 100: -0,47%.
S&P 500: -0,09%, con 7 degli 11 settori in calo.

Giovedì, i mercati azionari statunitensi hanno mostrato segnali di stabilizzazione, nonostante non siano riusciti a mantenere i guadagni iniziali. La volatilità segue il forte ribasso di mercoledì, scatenato dall’aggiornamento della Fed sulle prospettive relative ai tassi di interesse e all’inflazione.

Il Dow Jones ha chiuso con un leggero incremento dello 0,04% (+15,37 punti), raggiungendo quota 42.342,24. Questo rialzo, per quanto contenuto, ha interrotto una serie di dieci cali consecutivi, la più lunga dal 4 ottobre 1974.

L’S&P 500 ha registrato un calo marginale dello 0,1%, mentre il Nasdaq Composite è sceso di un altro 0,1%. Le azioni delle piccole imprese, rappresentate dall’indice Russell 2000, hanno sottoperformato, chiudendo in ribasso dello 0,5%.

Notizie aziendali

  • FedEx: Le azioni sono salite di oltre il 10% nel trading post-mercato, grazie all’annuncio della scissione della divisione trasporti in un’entità indipendente quotata in borsa, accompagnato dalla pubblicazione di una trimestrale positiva.
  • Nike: Le vendite hanno superato le attese degli analisti, offrendo al nuovo CEO Elliott Hill un debutto positivo nella sua prima call sugli utili. Le azioni sono salite nel trading esteso.
  • United States Steel: Ha previsto utili del quarto trimestre inferiori alle aspettative, citando la debolezza persistente dei prezzi dell’acciaio negli Stati Uniti e una domanda fiacca in Europa. Le azioni sono scese nel post-mercato.
  • Big Lots: La catena in bancarotta ha annunciato che non porterà a termine la vendita dei propri asset al fondo Nexus Capital Management, procedendo invece alla cessione dei negozi nei prossimi giorni.

Settori S&P 500

Miglior settore: Utilities (+0,48%) con Exelon (+0,11%), CenterPoint Energy (-0,85%) e American Electric Power (-1,10%).
Peggior settore: Immobiliare (-1,69%) con BXP (-7,63%), Host Hotels & Resorts (-6,25%) e Iron Mountain (-6,25%).

Titoli Mega Cap:

  • Alphabet -0,24%
  • Amazon +1,26%
  • Apple +0,70%
  • Meta Platforms -0,27%
  • Microsoft -0,08%
  • Nvidia +1,37%
  • Tesla -0,90%.

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Indici di Borsa Europei

CAC 40: -1,22%.
DAX: -1,35%.
FTSE 100: -1,14%.

Materie Prime

Oro spot: +0,36% a $2.594,27 l’oncia.
Argento spot: -0,94% a $29,06 l’oncia.
Petrolio WTI: -0,21% a $69,85 al barile.
Petrolio Brent: -0,51% a $72,62 al barile.

L’oro ha recuperato terreno giovedì, chiudendo a $2.594,27 l’oncia (+0,36%), nonostante una pressione iniziale derivante da dati economici americani migliori del previsto. Il terzo trimestre ha mostrato una crescita robusta, accompagnata da una diminuzione significativa delle richieste di sussidi di disoccupazione.

I prezzi del petrolio sono scesi, con il Brent in calo dello 0,51% a $72,62 al barile e il WTI a $69,85 (-0,21%). La debolezza deriva da segnali di politiche monetarie più restrittive negli Stati Uniti e in Europa, unite a una domanda globale in rallentamento. La Cina, principale importatore di greggio, prevede il picco del consumo di petrolio entro il 2027, secondo Sinopec.

Valute

EUR/USD: +0,13% a $1,0363.
GBP/USD: -0,56% a $1,2496.
Bitcoin: -3,94% a $97.429.
Ethereum: -7,59% a $3.417,80.

Il dollaro ha toccato il massimo biennale dopo che la Fed ha annunciato un taglio dei tassi di interesse accompagnato da un orientamento prudente per il 2025. La valuta statunitense ha trovato ulteriore sostegno nei solidi dati del PIL (+3,3% su base annua) e nel calo delle richieste di sussidi di disoccupazione.

La sterlina ha perso terreno (-0,56%) dopo che tre membri della Bank of England hanno votato a favore di un taglio dei tassi, contro le attese del mercato. Al contrario, le corone svedese e norvegese hanno recuperato alcune perdite, grazie alle decisioni di politica monetaria delle rispettive banche centrali.

Mercati obbligazionari

  • Treasury USA a 10 anni: +5,3 punti base, raggiungendo il 4,572%.
  • Bund tedesco a 10 anni: +5,7 punti base, toccando il 2,306%.
  • Gilt britannico a 10 anni: +2,1 punti base, salendo al 4,584%.

I rendimenti dei titoli di Stato statunitensi hanno registrato un andamento misto giovedì. Le obbligazioni a lunga scadenza hanno raggiunto i massimi plurimensili, alimentate da nuovi dati economici solidi e dalle prospettive della Fed per un ciclo di allentamento più graduale l’anno prossimo.

Il rendimento del Treasury USA a 10 anni ha chiuso al 4,572%, il livello più alto da maggio, con un incremento di 5,3 punti base. Parallelamente, il rendimento del titolo trentennale è aumentato di 7,7 punti base, arrivando al 4,738%. In contrasto, i titoli a breve termine, come il biennale, più sensibili alle variazioni di politica monetaria, hanno visto un calo di 6,2 punti base, attestandosi al 4,293%.

La pressione sui rendimenti a lunga scadenza è stata rafforzata dai dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione, scese di 22.000 unità a 220.000. Inoltre, la Fed prevede ora che l’inflazione tornerà al target del 2% solo entro il 2027, con un tasso terminale lievemente più alto al 3,1% rispetto alla precedente stima del 2,9%.

In Europa, i rendimenti dei titoli sono aumentati. I bund tedeschi a 10 anni hanno segnato +5,7 punti base al 2,306%, mentre i BTP italiani sono saliti di 7 punti base al 3,479%. Anche i gilt britannici hanno seguito il trend, con i titoli decennali a +2,1 punti base. Tuttavia, i titoli a due anni hanno registrato un lieve calo di 1 punto base, rispecchiando un tono più accomodante da parte della BoE.

Aggiornamenti Macroeconomici Globali

Stati Uniti: rischio shutdown del governo

Giovedì, la Camera dei Rappresentanti, a guida repubblicana, ha respinto una proposta di finanziamento temporaneo sostenuta dal Presidente eletto Donald Trump con 174 voti favorevoli e 235 contrari. Il provvedimento, che avrebbe esteso i finanziamenti fino al 14 marzo, prevedeva 100 miliardi di dollari per soccorsi emergenziali e la sospensione del tetto del debito per due anni. La mancata approvazione potrebbe portare a una chiusura parziale del governo a partire dalla mezzanotte.

Banca del Giappone: yen in calo

La BoJ ha mantenuto invariato il tasso di riferimento allo 0,25%. Tuttavia, il voto non è stato unanime: un membro ha richiesto un aumento di 25 punti base, citando rischi inflazionistici. Il Governatore Kazuo Ueda ha ribadito che le dinamiche salariali saranno un fattore chiave per future decisioni di politica monetaria, in particolare con le negoziazioni salariali di primavera del 2025.

BoE: divisione sul taglio dei tassi

La Banca d’Inghilterra ha lasciato invariato il tasso di interesse al 4,75%, ma tre membri del comitato hanno votato per una riduzione di 25 punti base, segnando un cambio di tono più accomodante. La BoE prevede una crescita economica stagnante nel quarto trimestre e inflazione in lieve rialzo nel breve termine. Le aspettative del mercato ora includono un taglio complessivo di 75 punti base per il 2025.

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Informazioni sull'autore: Alessio Moretti

Autore Articolo: Alessio Moretti
Laureato in Economia e Management ed esperto in contenuti finanziari e marketing digitale. Dal 2016 si dedica al mondo degli investimenti e dal 2018 collabora con TradingFacile come seo strategist e quantic Trader. IN BREVE: - Dal 2016 entra nel mondo del trading diventando programmatore di strategie automatiche; - Dal 2018 si dedica al marketing digitale e scrive di economia e finanza; STUDI: Laurea in economia e management

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