La caduta della Silicon Valley Bank travolge anche i mercati europei che nella giornata di ieri hanno buttato al vento 291 miliardi di euro in capitalizzazione di mercato.
Essendo estremamente banco centrica Piazza Affari è quella che ne ha fatto le spese maggiori, con il FtseMib maglia nera fra gli indici europei che ha fatto registrare una perdita intorno al 4%.
A nulla sono servite le rassicurazioni di Joe Biden nel discorso agli americani: «Il sistema bancario è solido e i vostri depositi sono al sicuro», ha affermato il numero uno della casa bianca.
I timori degli investitori sono ora legati ad un possibile effetto domino su altre banche e sulle numerose start-up dei settori della tecnologia e delle scienze naturali su cui era esposta Svb.
Questo nuovo ed improvviso scenario potrebbe ora convincere la Fed a rivedere la sua politica monetaria e addirittura prendere in considerazione l’idea di sospendere il rialzo dei tassi per l’intero 2023.
Per questa ragione i rendimenti dei titoli di Stato, peraltro non solo quelli legati ai treasuries americani, hanno registrato bruschi cali nelle ultime due sessioni.
Dopo il recente sell-off, la struttura tecnica dei mercati è nettamente peggiorata ed ora sono chiamati ad una reazione per scongiurare nuovi scenari ribassisti.
Data la precaria situazione degli ultimi giorni unita alle dinamiche che molto spesso osserviamo nei pressi delle scadenze tecniche, riteniamo che il quadro generale potrebbe rimanere incerto fino a venerdì, quando ci sarà il rollover sul nuovo contratto giugno, per il Ftse Mib previsto alle 9.05.
Il future sul Ftse Mib con scadenza marzo 2023 ha terminato la seduta di ieri a 26.160 punti.
Con il breakout di ieri di quota 26.900 punti il mercato ha completato un ampio modello di distruzione, peraltro disegnando una barra ribassista dal range estremamente esteso.
Un timido segnale di ripresa arriverebbe in caso di recupero di 26.450 punti, anche se dopo il break di volatilità di ieri in questi casi il rischio è sempre quello di voler afferrare un coltello che cade.
In caso di recupero comunque ora a 26.800 il mercato incontrerebbe resistenza, che costituirebbe occasione per operare short con target almeno sul retest dei 26.500 punti.
Se il mercato dovesse fare fatica sull’ex supporto a 26.450 punti allora aspettiamoci nuova debolezza associata al rischio di vedere il mercato scivolare fino a 25.800; qui troviamo un’area supportiva fino a 25.500 punti, che ci aspettiamo riesca a contenere ulteriori affondi, tenuto conto che non abbiamo poi ulteriori supporti significativi fino a 25.000 punti, ultimo baluardo da difendere prima di una inversione del trend primario.
Siamo dell’idea che sia quindi ancora prematuro aspettarsi un’inversione di tendenza, ma comunque un maggiore ottimismo nella ripresa del rally si avrebbe solo in caso di recupero dei 26.900 punti.
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Informazioni sull'autore: Filippo Giannini
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