è stata una settimana altalenante quella appena trascorsa sui mercati di Wall Street.
Lunedì, l’indice S&P 500 ha registrato un rialzo significativo di oltre l’1%, a seguito delle dichiarazioni del presidente Trump su un approccio flessibile alle tariffe commerciali.
Tuttavia, nella seconda metà della settimana, il sentiment si è invertito quando nuove imposizioni tariffarie sui veicoli e avvertimenti severi verso i partner commerciali hanno destabilizzato gli investitori.
L’indice ha così perso terreno, scendendo dal massimo settimanale di 5786 punti martedì fino a chiudere venerdì a 5557, segnando un calo giornaliero di oltre il 2%.
La peggiore seduta dal 10 marzo
Secondo i dati di Dow Jones Market Data, i tre principali indici statunitensi hanno registrato venerdì la loro peggior giornata dal 10 marzo.
A livello settimanale:
- Il Dow Jones ha chiuso con un calo dell’1%.
- L’S&P 500 ha perso l’1,5%.
- Il Nasdaq, più penalizzato dal sell-off sui titoli tecnologici, ha chiuso in ribasso del 2,6%, segnando la peggior settimana dal 7 marzo.
Inflazione accelera, fiducia consumatori in calo
Venerdì la fiducia dei consumatori in calo e l’incremento dell’inflazione hanno aumentato i timori di stagflazione per l’economia statunitense.
Il rapporto dell’Università del Michigan ha evidenziato un aumento del pessimismo tra i consumatori; due persone su tre si aspettano un aumento della disoccupazione nei prossimi 12 mesi, il dato più alto dal 2009. Questo alimenta le preoccupazioni su un mercato del lavoro che finora ha sostenuto la stabilità economica.
Il dato sull’inflazione ha invece mostrato che l’indice PCI core di febbraio è risultato al di sopra delle attese degli economisti. Ricordiamo che questo è l’indicatore più monitorato dalla Federal Reserve per le decisioni sui tassi di interesse.
L’attenzione degli investitori si sposta ora al 2 aprile, giorno in cui il presidente Donald Trump annuncerà il piano sui dazi reciproci, già definito come il “Giorno della Liberazione”.
Analisi future s&p500 – 30 Marzo
Marzo si sta per chiudere ed è già tempo di bilanci; il primo trimestre dell’anno ha mostrato un cambio di tendenza significativo sui mercati azionari statunitensi.
La configurazione tecnica attuale suggerisce inoltre che la correzione potrebbe essere più profonda del solito, somigliando a quella del 2022.
Analizzando il future su time frame giornaliero possiamo osservare la formazione di un pattern “evening star”, completato tra il 24 e il 26 marzo e che solitamente è il presagio di ulteriori ribassi; a rafforzare questa ipotesi c’è anche la chiusura settimanale di venerdì sui minimi.
Le contrattazioni di sono chiuse a 5.623 punti, con il mercato che ha accelerato al ribasso dopo il breakout dei 5.700 punti, come peraltro ipotizzato nella video analisi di mercoledì scorso.
In questo scenario riteniamo ora possibile una discesa al di sotto del supporto a 5.570 punti, con il mercato che dovrebbe poi trovare argine a 5.510 punti.
Un segnale positivo arriverebbe invece in caso di recupero dei 5.640 punti, che dovrebbe in tal caso poi proiettare il mercato verso la prossima resistenza chiave intorno a quota 5.720 punti.
Informazioni sull'autore: Filippo Giannini
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