Dopo un inizio di seduta promettente, la giornata di martedì si è trasformata in un nuovo capitolo di turbolenza per i mercati azionari statunitensi.
Gli indici principali hanno chiuso in rosso, cancellando guadagni consistenti registrati nelle prime ore di contrattazioni e oggi i mercati sono attesi di nuvo in rosso, con quelli asiatici che hanno già archiviato la giornata con perdite di oltre il 4%.
Ancora una volta, il driver è stato il caos legato alla politica commerciale americana e ai timori di un’escalation con la Cina.
Dai massimi intraday al finale in rosso: una seduta da record
Martedì mattina sembrava profilarsi un rimbalzo deciso: il Dow Jones Industrial Average ha aperto con un’impennata di 1.461 punti, spinto dalle dichiarazioni del Segretario al Tesoro Scott Bessent, che aveva lasciato intendere la possibilità di accordi commerciali e riduzioni tariffarie da parte dell’amministrazione statunitense.
Tuttavia, l’euforia è durata poco. L’indice ha invertito la rotta per chiudere a -0,84%, con un calo di 320 punti, segnando un nuovo minimo a 52 settimane. Peggio ancora hanno fatto lo S&P 500 (-1,57%) e il Nasdaq Composite (-2,15%), entrambi reduci da guadagni superiori al 4% nelle ore precedenti. Un’inversione così marcata non si vedeva da decenni.
📌 Curiosità storica: è la prima volta dal 1978 che l’S&P 500 registra un rialzo intraday superiore al 4% e chiude con una perdita maggiore dell’1%. Per il Nasdaq, si tratta della cancellazione del più ampio guadagno intraday dal 1982.
Da ottimismo a panico: il nodo dei dazi e la minaccia di guerra commerciale
La giornata era partita con entusiasmo dopo le aperture diplomatiche di Washington. Il Presidente USA aveva parlato con il Presidente della Corea del Sud e aveva menzionato negoziati in corso con altri Paesi, alimentando l’idea di una possibile de-escalation tariffaria.
Tuttavia, poco dopo è arrivata la doccia fredda: Jamieson Greer, rappresentante commerciale degli Stati Uniti, ha chiarito che non ci saranno esenzioni per prodotti o aziende dalle nuove tariffe globali in vigore dalla mezzanotte. La retromarcia delle borse è stata immediata.
Nel frattempo, la Cina ha risposto duramente alle nuove minacce americane di ulteriori dazi, affermando: “Se gli Stati Uniti insisteranno, la Cina combatterà fino alla fine.” Una frase che ha immediatamente allertato i mercati sulla possibilità concreta di una guerra commerciale prolungata.
Nuove tariffe USA e contromisure cinesi
Il Presidente USA ha annunciato un possibile aumento del 50% delle tariffe su beni cinesi nel caso Pechino non ritiri le sue misure ritorsive. Se attuate, queste tariffe – sommate a quelle già esistenti o pianificate – porterebbero il totale delle imposte commerciali imposte alla Cina al 104% durante il secondo mandato presidenziale.
La reazione della Cina non si è fatta attendere: supporto diretto al mercato azionario interno e svalutazione dello yuan rispetto al dollaro, con un tasso di cambio fissato sotto una soglia psicologica importante per la prima volta dall’autunno 2023.
Volatilità estrema e mercati fragili: la colpa è anche degli algoritmi
Secondo un’analisi di Goldman Sachs riportata da Bloomberg, i mercati americani stanno attraversando una fase di illiquidità record. La combinazione tra volumi sottili e trading algoritmico basato sulle notizie rende i mercati particolarmente vulnerabili a movimenti improvvisi.
Questa dinamica spiega in parte le forti oscillazioni viste martedì: basta una dichiarazione per generare movimenti impulsivi, spesso amplificati da sistemi di trading automatici che reagiscono in tempo reale ai titoli delle agenzie stampa.
Focus settoriale e corporate: chi ha retto, chi ha ceduto
Nonostante il rosso generalizzato, alcuni titoli e settori hanno mostrato resilienza.
Migliori titoli dell’S&P 500:
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Progressive Corporation: +2,00%
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Everest Group: +1,72%
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Arch Capital Group: +1,68%
Peggiori titoli:
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Albemarle: -12,63%
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Celanese Corporation: -7,45%
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Dow: -6,21%
Performance dei Mega-Cap Tech:
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Apple: -4,98%
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Tesla: -4,90%
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Amazon: -2,62%
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Alphabet (Google): -1,78%
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Meta Platforms: -1,12%
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Microsoft: -0,92%
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Nvidia: -1,37%
In ambito corporate, il CEO di Walmart, Doug McMillon, ha cercato di rassicurare gli investitori definendo l’ambiente tariffario “fluido”, lasciando intendere che la situazione è in continuo mutamento e ancora gestibile.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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