Wall Street: seduta migliore da oltre due mesi, il rally è tornato?
di: Alessio Moretti 16 Gennaio 2025 9:38
I mercati azionari statunitensi hanno registrato mercoledì la loro giornata migliore dall’elezione di Donald Trump, trainati dai segnali di rallentamento della pressione inflazionistica e da solidi risultati trimestrali delle principali banche di Wall Street.
L’indice S&P 500 ha chiuso con un aumento dell’1,8%, mentre il Nasdaq Composite, dominato dalle società tecnologiche, è salito del 2,5%. Questi guadagni rappresentano la performance giornaliera migliore per i mercati statunitensi dal 6 novembre, subito dopo le elezioni presidenziali.
Le banche sono state tra i maggiori beneficiari della giornata. Citigroup, Goldman Sachs e Wells Fargo hanno registrato incrementi di circa il 6%, grazie a forti profitti generati dall’investment banking e dal trading.
I dati sull’inflazione rassicurano i mercati
L’attenzione degli investitori si è concentrata sul rapporto del Dipartimento del lavoro, che ha mostrato un incremento dell’inflazione annua complessiva al 2,9% a dicembre, in linea con le aspettative, rispetto al 2,7% del mese precedente. Tuttavia, l’inflazione “core”, che esclude i costi volatili di cibo ed energia, è scesa inaspettatamente al 3,2% dal 3,3%.
Il CPI core più debole del previsto dovrebbe contribuire a raffreddare i timori di una nuova ondata inflazionistica negli Stati Uniti.
Reazioni sui mercati obbligazionari e valutari
Sul mercato obbligazionario, il rendimento dei titoli del Tesoro a due anni, particolarmente sensibile alle aspettative sui tassi d’interesse, è sceso di 0,1 punti percentuali al 4,27%. Anche il rendimento decennale, punto di riferimento globale, è calato di 0,14 punti percentuali, attestandosi al 4,65%. I rendimenti obbligazionari diminuiscono quando i prezzi delle obbligazioni aumentano.
Sul mercato valutario, il dollaro ha perso lo 0,2% rispetto a un paniere di sei valute principali.
Le aspettative sulle prossime mosse della Fed
Il dato CPI di mercoledì, sebbene non sufficiente a giustificare un taglio dei tassi a breve, conferma che il percorso di allentamento della Fed è ancora in corso.
Gli investitori prevedono ora che la Federal Reserve possa effettuare un primo taglio dei tassi di un quarto di punto già a luglio, anticipando una mossa inizialmente prevista per settembre.
Secondo Mark Cabana, responsabile della strategia sui tassi statunitensi presso Bank of America, il calo dell’inflazione core potrebbe aumentare “moderatamente” la fiducia della Fed nel proseguimento di una discesa dell’inflazione. Tuttavia, ha aggiunto, “permane una frustrazione generale per la lentezza dei progressi”.
Al momento, la maggior parte degli analisti prevede che la Fed non taglierà nuovamente i tassi nella prossima riunione di politica monetaria. I banchieri centrali statunitensi hanno indicato che, nel corso dell’anno, ci saranno al massimo ulteriori riduzioni complessive di 50 punti base.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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