Aggiornamenti macro: Impatto di Trump 2.0 e vendite al dettaglio
di: Alessio Moretti 24 Marzo 2025 11:28
Negli ultimi trenta giorni, il mercato azionario statunitense ha subito una drastica riduzione di valore, con perdite per trilioni di dollari.
Sebbene l’incertezza legata alla nuova amministrazione Trump sia stata individuata come una delle principali cause della recente correzione di mercato, altri fattori hanno contribuito a questa fase di ribasso.
Tra questi figurano le valutazioni elevate dei titoli azionari, la crescente concentrazione del mercato, l’attenzione sui costi degli investimenti in intelligenza artificiale, la pressione inflazionistica persistente e la revisione al ribasso delle stime sugli utili.
Trump 2.0: come le nuove politiche influenzano gli utili aziendali
Secondo il report Earnings Insight di FactSet, le previsioni sugli utili per azione (EPS) dell’S&P 500 per il primo trimestre sono scese del 3,8% dall’inizio del periodo, un calo superiore rispetto alle medie degli ultimi 5, 10 e 15 anni, pari rispettivamente a -3,3%, -3,2% e -3,2%.
Un’analisi di Citi ha evidenziato che queste revisioni seguono un trend più negativo rispetto alle normali variazioni stagionali. Inoltre, stanno emergendo segnali di tagli alle stime a causa dell’impatto dei dazi doganali, con il settore dei beni di consumo tra i più colpiti. Citi avverte che gli effetti completi di questi dazi potrebbero non essere ancora del tutto integrati nelle previsioni aziendali, suggerendo possibili revisioni al ribasso nelle prossime settimane.
Le aziende con una forte esposizione ai costi di produzione legati alla Cina risultano tra le più vulnerabili, poiché circa metà del trimestre è stata condizionata dall’aumento dei dazi recentemente introdotti.
Morgan Stanley, citato da Bloomberg, ha aggiunto che, nonostante la possibilità di miglioramenti stagionali, un’inversione di tendenza significativa negli utili potrebbe richiedere diversi trimestri.
Vendite al dettaglio USA: crescita modesta, ma segnali positivi nel settore core
Le vendite al dettaglio di febbraio hanno registrato un aumento dello 0,2% su base mensile, inferiore alle attese del +0,7%. Anche il dato di gennaio è stato rivisto al ribasso, passando da -0,9% a -1,2%. Escludendo il settore automobilistico, la crescita delle vendite è stata dello 0,3%, leggermente sotto le aspettative dello 0,4%, mentre il dato di gennaio è stato corretto da -0,4% a -0,6%.
Un segnale positivo arriva dal control group (che esclude auto, carburanti, materiali da costruzione e servizi alimentari), che ha registrato un incremento dell’1,0% su base mensile, superando ampiamente le previsioni del +0,4%. Questo dato è particolarmente rilevante per il calcolo del PIL.
Settori con crescita positiva includono il commercio online (+2,4%), farmacie e negozi di prodotti per la cura della persona (+1,7%), negozi di alimentari (+0,4%), grandi magazzini (+0,2%) e rivenditori di materiali da costruzione e giardinaggio (+0,2%). Al contrario, cali si sono verificati nei ristoranti e bar (-1,5%), nelle stazioni di servizio (-1,0%), nei negozi di abbigliamento e accessori (-0,6%), nei concessionari di auto e ricambi (-0,4%) e nei negozi di articoli sportivi e hobby (-0,4%). Anche i negozi di elettronica ed elettrodomestici (-0,3%) e quelli di articoli vari (-0,3%) hanno subito contrazioni.
Nonostante la debolezza dei dati generali, gli analisti hanno accolto positivamente il report, sottolineando la solidità del control group e la resilienza delle vendite al dettaglio, anche in un contesto di pessimismo dei consumatori. Il divario tra il dato complessivo e le previsioni è stato attribuito a fattori temporanei come condizioni meteorologiche avverse, l’effetto dell’anno bisestile sul calendario e ritardi nei rimborsi fiscali.
Con queste variabili in gioco, gli investitori continueranno a monitorare attentamente l’evoluzione del mercato e l’impatto delle politiche economiche nei prossimi mesi.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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