Aggiornamenti macro: Inflazione USA in frenata, ma i dazi preoccupano
di: Alessio Moretti 11 Aprile 2025 11:01
USA: dati CPI di marzo sotto le attese
L’inflazione statunitense ha sorpreso al ribasso nel mese di marzo, secondo quanto emerso dal report sul Consumer Price Index (CPI). L’indice generale è diminuito dello 0,1% su base mensile, contro attese di un aumento dello 0,1% e dopo il +0,2% registrato a febbraio. Anche il CPI core, che esclude alimentari ed energia, è cresciuto solo dello 0,1%, ben al di sotto del consenso del +0,3%.
Su base annua, il CPI core è rallentato al 2,8%, il primo calo sotto il 3% dal aprile 2021. L’inflazione generale si è attestata al 2,4% annuo, anch’essa inferiore alle attese (2,6%) e in calo rispetto al 2,8% di febbraio.
A guidare questo rallentamento è stato il crollo dei prezzi della benzina (-6,3%). Altri settori hanno contribuito con ribassi, tra cui assicurazioni auto (-0,8%), tariffe aeree (-5,3%), hotel (-4,3%) e auto usate (-0,7%). I cali nei viaggi suggeriscono una possibile flessione della domanda, sia per turismo che per motivi professionali.
Tuttavia, alcuni aumenti si sono registrati in comparti come alimentari (+0,4%), cure mediche (+0,5%), abbigliamento (+0,4%) e veicoli nuovi (+0,1%). I veicoli nuovi in particolare avevano visto pressioni al rialzo per acquisti anticipati in vista dei dazi. L’indice degli affitti (Shelter Index) è salito dello 0,2%, in rallentamento rispetto al +0,3% del mese precedente.
Ma occhio ai prossimi mesi: secondo diversi analisti, i dazi entrati in vigore ad aprile potrebbero invertire la tendenza al ribasso dell’inflazione, riportando pressioni al rialzo.
Cina: inflazione più debole del previsto, ma segnali di stabilizzazione
In Cina, i dati CPI di marzo mostrano un calo annuo dello 0,1%, contro attese di stabilità e dopo il -0,7% di febbraio. Escludendo cibo ed energia, l’inflazione core è rimbalzata allo 0,5%, recuperando dal -0,1% precedente.
I prezzi dei beni sono scesi dello 0,4%, mentre i servizi sono cresciuti solo dello 0,3%. Ancora una volta, il cibo ha inciso negativamente, con cali marcati nelle verdure fresche che hanno più che compensato il leggero +0,2% dei beni non alimentari.
Il Producer Price Index (PPI) ha registrato un calo del 2,5% annuo, peggiore rispetto al -2,3% atteso e al -2,2% di febbraio – la flessione più marcata da novembre. Le pressioni si sono fatte sentire sia nei prezzi a monte che a valle, con quest’ultimi ai minimi da ottobre.
Il Bureau Nazionale di Statistica ha comunque fornito una lettura moderatamente positiva, indicando che gli effetti degli stimoli economici stanno iniziando a farsi sentire, e che molti dei cali recenti sono dovuti a fattori stagionali, destinati ad attenuarsi con il venir meno dell’effetto Capodanno Lunare.
Il raffreddamento dei prezzi è stato inoltre influenzato dal calo della domanda energetica post-inverno e dalla ripresa più rapida dell’offerta rispetto alla domanda nel settore manifatturiero.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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