Mercati finanziari: gli aggiornamenti macro del 26-02-2025
di: Alessio Moretti 26 Febbraio 2025 11:07
La fiducia dei consumatori negli Stati Uniti ha registrato un calo significativo a febbraio, scendendo a 98,3 rispetto alle previsioni di consenso di 103,0 e al valore di 105,3 di gennaio. Si tratta del calo più marcato dall’agosto 2021 e del terzo mese consecutivo di declino. L’Indice della Situazione Attuale si è ridotto di 3,4 punti, attestandosi a 136,5, mentre l’Indice delle Aspettative ha subito una flessione più pronunciata, perdendo 9,3 punti fino a 72,9. Questo valore rappresenta la prima volta dal giugno 2024 in cui l’Indice delle Aspettative scende sotto quota 80, segnalando una crescente incertezza sulle prospettive economiche.
Il mercato del lavoro ha mostrato segnali di deterioramento: la percentuale di consumatori che ritiene che i posti di lavoro siano “abbondanti” è scesa al 33,4% dal 33,9% di gennaio, mentre la quota di coloro che trovano “difficile” ottenere un impiego è salita al 16,3% rispetto al precedente 14,5%. Parallelamente, le aspettative medie d’inflazione a 12 mesi sono aumentate dal 5,2% al 6,0%, principalmente a causa delle preoccupazioni relative alla persistenza dell’inflazione e all’impatto potenziale delle tariffe doganali.
Per quanto riguarda il settore manifatturiero, l’Indice di Produzione della Federal Reserve di Richmond per febbraio ha registrato un valore di 6,0, superando le previsioni che lo davano a -0,2 e migliorando nettamente rispetto al -4,0 di gennaio. Questo risultato positivo è stato trainato principalmente dall’aumento dell’indice delle spedizioni, mentre anche gli ordini e l’occupazione hanno mostrato lievi miglioramenti. I prezzi medi pagati dalle imprese hanno subito una lieve flessione, mentre i prezzi medi ricevuti hanno registrato un marginale incremento.
Eurozona: Rallenta la Crescita dei Salari
La Banca Centrale Europea (BCE) ha aggiornato il suo indicatore di crescita dei salari contrattati, segnalando un rallentamento al 4,10% nel quarto trimestre del 2024 rispetto al 5,43% del trimestre precedente. Questo dato conferma la narrativa della BCE secondo cui i salari stanno gradualmente convergendo ai livelli precedenti l’impennata inflazionistica, grazie anche all’adozione di una politica monetaria restrittiva. La BCE ha ripetutamente sottolineato che l’andamento dei salari e dei prezzi dei servizi rappresentano fattori chiave per le prospettive di inflazione e, di conseguenza, per le decisioni di politica monetaria.
Le analisi condotte dallo staff della BCE suggeriscono che, nel periodo post-COVID, i salari abbiano subito una certa deriva al rialzo, favorita da misure straordinarie di compensazione per mitigare l’impatto dell’elevata inflazione. Tuttavia, nel 2025 si prevede un ulteriore calo della crescita salariale a causa degli effetti base e della riduzione della domanda di lavoro, che contribuirà a un ulteriore allentamento delle pressioni salariali.
La Presidente della BCE, Christine Lagarde, e altri policymaker hanno evidenziato il progressivo indebolimento delle pressioni salariali, esprimendo fiducia nel processo di disinflazione in corso. Tuttavia, alcune figure più orientate a una linea restrittiva, come il presidente della Bundesbank Joachim Nagel, hanno manifestato preoccupazione per la persistenza dell’inflazione nei servizi e nei prezzi core. Anche il governatore della Banca di Lettonia, Mārtiņš Kazāks, ha espresso timori circa l’impatto delle tariffe sui prezzi. Inoltre, i membri del consiglio della BCE Isabel Schnabel e Robert Holzmann hanno sottolineato la necessità di interrompere a breve il ciclo di allentamento monetario.
Nonostante queste posizioni più caute, le attuali previsioni indicano che la BCE dovrebbe ridurre il tasso di deposito chiave almeno fino al 2% entro la fine del 2025, contribuendo a un allentamento delle condizioni finanziarie nell’Eurozona.
Prospettive Future e Implicazioni per i Mercati
L’andamento delle aspettative d’inflazione, l’evoluzione della crescita salariale e la politica monetaria rimarranno elementi centrali per gli investitori nei prossimi mesi. Negli Stati Uniti, un eventuale indebolimento del mercato del lavoro potrebbe spingere la Federal Reserve a riconsiderare la tempistica per eventuali tagli dei tassi. Nell’Eurozona, invece, il rallentamento della crescita salariale potrebbe consolidare la strategia della BCE di avviare un ciclo di riduzione dei tassi a partire dalla seconda metà dell’anno.
Per le aziende e gli investitori, sarà cruciale monitorare l’evoluzione della domanda di lavoro, delle pressioni inflazionistiche e delle decisioni di politica monetaria, per adeguare le strategie di investimento in un contesto di continua evoluzione macroeconomica.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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