Mercati finanziari: aggiornamenti macro per lunedì 3 febbraio
di: Alessio Moretti 3 Febbraio 2025 10:55
Trump annuncia nuovi dazi su Canada, Messico e Cina
Il Presidente degli Stati Uniti ha ufficialmente annunciato l’introduzione di dazi su Canada, Messico e Cina, che entreranno in vigore martedì 4 febbraio. Secondo l’ordine esecutivo pubblicato dalla Casa Bianca, il Canada e il Messico saranno soggetti a una tariffa del 25%, con un’aliquota ridotta al 10% per i prodotti energetici canadesi. La Cina, invece, subirà un dazio del 10% sulle sue esportazioni verso gli Stati Uniti.
Questi tre paesi rappresentano i maggiori partner commerciali degli Stati Uniti e la nuova misura potrebbe avere un impatto significativo sui prezzi di beni di consumo come alimenti, automobili ed elettronica. Secondo le proiezioni del Tax Policy Center, i dazi imposti su Canada e Messico potrebbero ridurre il reddito disponibile dei consumatori statunitensi dell’1%, generando possibili effetti a cascata sull’economia interna.
Le reazioni non si sono fatte attendere. La Cina ha annunciato misure di ritorsione proporzionali e ha dichiarato l’intenzione di contestare la decisione presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Il Canada, da parte sua, ha proposto dazi del 25% su un ampio ventaglio di esportazioni statunitensi per un valore complessivo di 155 miliardi di dollari. Il Primo Ministro canadese ha precisato che i dazi su beni per un valore di 30 miliardi entreranno in vigore immediatamente, mentre ulteriori 125 miliardi saranno soggetti a dazi entro 21 giorni, per permettere alle imprese locali di adattarsi.
Non è chiaro per quanto tempo queste misure rimarranno in vigore. Sebbene Trump abbia giustificato i dazi citando la necessità di contrastare l’immigrazione irregolare e il traffico di fentanyl, è evidente che essi rappresentano anche un tentativo di ottenere maggiore leva economica nelle relazioni commerciali internazionali. Inoltre, vi è incertezza sulla solidità legale di questi provvedimenti, che si basano su poteri emergenziali economici raramente utilizzati in passato.
Inflazione PCE in linea con le attese, spesa dei consumatori in crescita
L’indice core PCE di dicembre, principale misura dell’inflazione monitorata dalla Federal Reserve, ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile, confermando le previsioni e superando la crescita dello 0,1% di novembre. L’indice PCE complessivo ha invece segnato un incremento dello 0,3% m/m, anch’esso in linea con le aspettative, rispetto allo 0,1% del mese precedente. Su base annua, il core PCE è rimasto stabile al 2,8%, mentre il tasso complessivo ha raggiunto il 2,6%, in aumento rispetto al 2,4% di novembre.
Parallelamente, il reddito personale è cresciuto dello 0,4% m/m, confermando le previsioni e superando il +0,3% di novembre. La spesa per consumi personali ha registrato un aumento robusto dello 0,7% a dicembre, superando il +0,5% atteso e il +0,6% (rivisto al rialzo) di novembre.
Infine, i costi di compensazione per i lavoratori civili sono aumentati dello 0,9% nel quarto trimestre del 2024, leggermente al di sotto delle previsioni dell’1,0%, ma superiori all’incremento dello 0,8% del trimestre precedente. Su base annua, il costo della compensazione è cresciuto del 3,8%, appena inferiore alla previsione del 3,9%.
Implicazioni e prospettive
Questi dati suggeriscono che l’economia statunitense rimane resiliente, con una solida crescita della spesa dei consumatori e un’inflazione sotto controllo. Tuttavia, l’introduzione dei nuovi dazi potrebbe innescare tensioni commerciali e aumentare l’incertezza economica nei prossimi mesi. Sarà cruciale monitorare le risposte dei partner commerciali e le eventuali contromisure per valutare l’impatto complessivo sulle catene di approvvigionamento e sulla crescita globale.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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